This event ended on June 30, 2019 7:30 PM CEST

JELMONI STUDIO GALLERY

ENRICO DEL ROSSO
"SIAMO TUTTI MAMMIFERI"

digital art


from Jun 15, 2019 hours 18:00 (UTC +02:00)
to Jun 30, 2019 hours 19:30 (UTC +02:00)

Jelmoni gallery - Via Molineria S. Nicolò, 8, 29121 Piacenza PC, Italia

When

from Jun 15, 2019 hours 18:00 (UTC +02:00)
to Jun 30, 2019 hours 19:30 (UTC +02:00)

Where

Jelmoni gallery
Via Molineria S. Nicolò, 8, 29121 Piacenza PC, Italia

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Description

JELMONI STUDIO GALLERY

ENRICO DEL ROSSO

"SIAMO TUTTI MAMMIFERI"

digital art

Il comunicazionismo digitale 2.0 

L' evoluzione artistica di Enrico Del Rosso nel periodo 2017-18
Dopo un'estate in cui mi sono concentrato nella ricerca di nuovi software e del relativo utilizzo, sono passato ad un'arte più complessa, in grado di sfruttare nuove tecnologie, legate alla sintesi strutturale degli oggetti, alla topologia degli stessi ed all’uso di un ambiente virtuale di diverso concetto realizzativo. Il risultato è stato una rottura con l’opera seriale del tipo foto-tessera e l’introduzione di nuovi elementi tridimensionali capaci di suscitare nell’osservatore curiosità ed interesse. Elementi tridimensionali ricavati appunto attraverso l’uso dei nuovi software a disposizione. Interessante passaggio evolutivo è stato l’introduzione della modellazione di tipo scultoreo nell'ambiente virtuale. Questo tipo di modellazione permette di raggiungere effetti simili all’uso della creta e di plasmare quindi la materia in modo manuale. La sintesi strutturale o topologica di un oggetto è invece la sua composizione matematica, viene così realizzato un oggetto che risponde più alla sua logica che alla sua forma, ovvero esso viene letto dall’occhio come elemento guidato da leggi matematiche come le onde provocate da una goccia. Nuova introduzione di quest’anno è stata l’uso della copia da fotografia: l'oggetto reale viene fotografato e poi riportato nell'ambiente virtuale e ri-fotografato. È un passaggio tutt’altro che scontato, in quanto l’oggetto reale possiede determinate logiche che vengono catturate nell'inquadratura di una foto, per poi essere riprodotte nell’ambiente virtuale e quindi nuovamente re-incasellate in un rettangolo, astraendole dalla loro natura materica, e dando loro una nuova entità od oggettività, compilata in un file elettronico. Appare così che il mondo virtuale assomigli per molti versi al mondo teatrale, dove la realtà viene riprodotta esattamente com’è, ma delocalizzata su un palcoscenico. L’essere umano quindi assume nuovi connotati, perde il valore biologico e diventa scultura, oggetto trasfigurato, privo di insensatezza e casualità, puro concetto, puro ragionamento logico. L’ausilio della cromatura sulla superficie dell’icona apre l’osservazione ad un mondo circostante, fonte di giochi irreali, sintetici, topologici.

Il percorso artistico di Enrico Del Rosso è paragonabile alla realizzazione di un gioiello: si comincia dall'oro, rappresentato dalle saldi basi dell'informale internazionale di Emilio Vedova e Afro Basaldella, a cui si aggiungono preziose gemme, come le influenze della raffinata arte cerebrale (e solo apparentemente semplice) di Klee e Mirò, per poi creare un design completamente unico ed originale come del resto è il Comunicazionismo, il movimento artistico fondato dall'artista pordenonese. Un'arte che è dunque un unicum, esattamente come un capolavoro d'oreficeria. Comunicazionismo mette al primo posto il significante rispetto al significato: le opere che l'artista crea assumono una valenza simbolica, sono l'immagine totemica che la mente riesce a leggere, riconoscere e rielaborare per mezzo di un rimando culturale che già possiede. L'osservatore che si sofferma ad osservare le iconiche immagini comunicazioniste riceverà degli stimoli inconsci che lo guideranno nella vera e profonda lettura interpretativa ed esegetica. Un semplice volto femminile che spicca in tutta la sua imperturbabile ed immutabile statica iconicità è frutto di un'approfondita ricerca sul segno, sul colore, sulla forma che Del Rosso ha svolto con lo stesso spirito acutamente sperimentali di un pittore informale o di un espressionista. Chi veicola il messaggio per l'autore è dunque più importante del messaggio stesso e per meglio rendere questo concetto Del Rosso ha fatto ricorso a varie modalità espressive: richiami alle antiche immagini miniate, riferimenti eleganti al Liberty, lo studio e la riproposizione in chiave personale del Pop internazionale fino alla creazione di figure androidi che sembrano venire già dal futuro. L'evoluzione stilistica del Comunicazionismo e di Del Rosso stesso è ancora in atto e - avendo moltissimo materiale a cui ispirarsi - non v'è dubbio che ci saranno ancora delle stimolanti e decisive evoluzioni. Il veicolante è sempre una figura femminile caratterizzata da una postura statica e dallo sguardo sospeso, alle spalle ha uno sfondo a tinta neutra o addirittura dorata - non deve distrarre l'osservatore e deve dare la sensazione che il soggetto sia inserito in un contesto non spaziale - e la sua rappresentazione varia da un colorismo vivo e variegato a una puntinatura tipicamente Pop, sino ad arrivare a una resa quasi extraterrestre con textures digitali generate da appositi programmi di sintesi grafica. In Del Rosso tutto è evoluzione, tutto è studio della forma, lascia ad altri le analisi sulla sostanza. Evoluzione soprattutto tecnica, dove dall'iniziale acrilico su carta si è aggiunta la foglia d'oro con uno strato di vernice per poi - infine - approdare alla grafica computerizzata che permette la modellazione tridimensionale delle figure androidi così care all'artista. Comprendere innanzitutto il punto di partenza di ogni comunicazione - il soggetto veicolare – è sgombrare il campo da elementi disturbanti, distraenti e distorsivi che farebbero perdere il senso basico di ogni messaggio. Un obbiettivo ambizioso e lodevole che l'arte di Enrico Del Rosso porta avanti con coraggio e determinazione, grazie soprattutto alle sue "Muse silenti" che con il loro multiforme e mutevole sembiante sembrano fermare il tempo e lo spazio per porre all'osservatore una semplice domanda: «Hai capito chi sono?» (Luca Franzil)

ACTIVISM

INTERVENTION

video-art MAX CASAROLI

docente IED ISTITUTO EUROPEO DESIGN MILAN

Progetto a cura di

Jelmoni Studio Gallery

Assistenti galleria

Marcella Viale

Staff tecnico

Rodolfo Santini

Mirella Pende

Katia Dossena

Backstage

Lucrezia Cambilargiu

JELMONI STUDIO GALLERY
v. Molineria San Nicolò, 829121Piacenza ItaliaTel. 0523490827

http://www.jelmonigallery.com

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