Description
Domenica 3 luglio si terrà nella sala dell'Associazione Culturale "ARSENSUM" di Trani, il vernissage della mostra di pittura L’ESSENZA DELLA BELLEZZA, bi-personale degli artisti Giovanni CASAMASSIMA e Francesca MANSI. L’esposizione sarà visitabile fino al 20 luglio 2016.
Uniti nella vita e anche nell'arte
Dipingono per passione, divertimento e piacere. Stiamo parlando di Giovanni Casamassima e Francesca Mansi, una coppia che condivide l'amore per l'arte da sempre.
L'associazione Arsensum ha reso onore ai due artisti andriesi con una mostra che chiude i battenti mercoledì 20 luglio.
Percorso artistico comune - Come in una bottega, Giovanni e Francesca creano disegni, decorazioni, ma soprattutto quadri a olio. Proprio quest'ultimi sono i protagonisti dell'esposizione intitolata "L'ESSENZA DELLA BELLEZZA" allestita nelle sale dell'Associazione Culturale Arsensum in via Mario Pagano a Trani. Una bi-personale che raccoglie una ventina di opere realizzate dai due artisti accomunati dallo stesso percorso formativo: l'essere stati allievi del maestro Carmine Conversano. Che si tratti di grandi tele o piccolissime tavole, i loro quadri sono frutto di una ricerca tecnica e artistica che nel corso degli anni è passata attraverso l'osservazione diretta delle pitture in molti musei. L'esperienza, la conoscenza, la meticolosa attenzione nel loro lavoro sono alla base della qualità delle opere create all'interno della loro casa/studio. Una passione per l'arte che è diventato un vero e proprio lavoro.
Soggetti rappresentati - Giovanni e Francesca rappresentano figure mitologiche, nature morte e tutto ciò che è natura. Si sono perfezionati attraverso un workshop con il pittore internazionale Ciro Palumbo con il quale hanno approfondito la tecnica pittorica ad olio a velatura;
Le forme decisamente grandi dei quadri di Francesca si contrappongono alle piccole misure di quelli di Giovanni. Una contrapposizione che regala ritmo e dinamismo all'esposizione.
Uniti nella vita - Essere marito e moglie: questa la particolarità della mostra. Una bi-personale che potremmo definire personale, visto la vicinanza stilistica e affettiva dei due pittori. Una mostra che, regala calore ed emozioni ai visitatori.
Scheda Critica
Con Giovanni e Francesca si può felicemente scoprire qualcosa che sembra essere scomparsa: la pittura e il piacere del dipingere. Giovanni Casamassima e Francesca Mansi sono due artisti che si avvicinano – sin dalla giovane età al mondo “fantastico” dei colori e della pittura. Si sono conosciuti nel 1990 e iniziano a dipingere seguendo i consigli del maestro Carmine Conversano; I soggetti principali dei loro lavori sono, oltre al naturalismo delle nature morte e dei paesaggi, quelli facenti parte dell’universo del mito. La loro pittura può essere forse definita iperrealista; certo, ma dietro questa vacua etichetta non si trova una pittura fine a se stessa, non si tratta di “art pour l’art” come direbbe Kandinsky, bensì il mondo più profondo – ricco anche di significati per la nostra contemporaneità – del mito, dell’allegoria e dell’immaginazione: da sempre mezzi di comunicazione e strumenti, medium linguistici e concettuali utilizzati dagli artisti di ogni periodo e secolo. Oltre naturalmente al piacere di utilizzare quella tecnica per certi versi anacronistica quale la pittura. Nei lavori di Casamassima e Mansi la luce sembra essere una costante protagonista. Sono due artisti che dipingono per passione e piacere personale.
Il lavoro del pittore, che come tale è fatto di studio, fatica e sacrifici, è un lavoro di ricerca tecnica e visiva. Tecnica perché importante e fondamentale è la conoscenza del mestiere e dei suoi strumenti; visiva perché il pittore deve costantemente attingere al bagaglio di immagini, alle iconografie, per tessere i fili di un proprio repertorio mnemonico da adoperare. Non è un copiare, non è un produrre l’originale a tutti i costi, ma inserire la vera novità nella pittura stessa e nei suoi allegorici e fantastici e immaginari soggetti, perché come sostengono i due artisti “per imparare a dipingere bisogna imparare a vedere”.